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Incontro Maurizio Laudicino, l'autore del libro "Sport Marketing Formula. Come fare vincere la squadra anche fuori dal campo riportando al centro il tifoso" in occasione del Caffè Letterario di Euroma2, lo scorso 11 febbraio. Ecco l'intervista che approfondisce i contenuti del libro, per chi non avesse potuto partecipare all'evento.
Nel sottotitolo del libro si legge l’intenzione di riportare al centro il tifoso. Ci può spiegare meglio cosa intende e in cosa consiste la sua "formula"? Nel calcio il tifoso è diventato la gallina dalle uova d’oro, un esemplare da poltrona e divano che si gode lo spettacolo da casa. Il calendario è uno spezzatino, per sapere quando gioca la tua squadra ti ci vuole un manuale di sopravvivenza e per vederla in tutte le competizioni occorrono almeno 4 abbonamenti. Questo non è mettere il tifoso al centro, è spremerlo come un limone. A Livorno, dove sono stato due stagioni, ho fatto di tutto per riportare allo stadio bambini e famiglie, portando i giocatori nelle scuole e invitandoli allo stadio dove erano stati allestiti spazi dedicati. Cosa manca al calcio di oggi? Si è perso qualcosa del passato che varrebbe la pena recuperare? L’aspetto emozionale. Pensi al rapporto con i calciatori: una volta era tutto più genuino, c’era possibilità di contatto fra la gente e i propri idoli. Oggi no, i giocatori sono prime donne che vengono tenuti a debita distanza dal pubblico: è tutto un grande business, non c’è più amore per la maglia ma solo la ricerca di un contratto più ricco. Quanto è importante la capacità del pubblico di consacrare il successo di un giocatore? Tanto. Pensi che quando ero a Livorno ho fatto in modo che i ragazzi dormissero tutti a Livorno anziché a Tirrenia, dove avevamo il centro sportivo. Inoltre li spingevo a frequentare la città, anche semplicemente per un caffè al bar. Quando i club di tifosi ci chiamavano non mancavamo mai, proprio per far sentire la nostra vicinanza alla città. Di cosa si occupa al momento? Anche nella sua attuale esperienza vede realizzata la sua “formula”? Ricopro il ruolo di direttore generale al Pistoia Basket, in serie A2. Sono fortunato perché la squadra è prima in classifica, ma in ogni caso la città ha risposto alle nostre sollecitazioni. Nonostante il Covid, che ci ha fortemente penalizzato, il lavoro che abbiamo portato avanti sta dando i suoi frutti anche fuori dal campo, nel rapporto con la gente e gli sponsor.
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