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Intervista a Giovanni De Carolis, ex campione mondiale di pugilato

26/3/2021

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Il pugilato, uno sport per crescere, una metafora di vita, per diventare uomini, prima di campioni
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Abbiamo incontrato il noto pugile italiano nella palestra Roma XI, dove si allena in vista degli incontri che lo vedono protagonista dei maggiori match internazionali. Il due volte Campione WBC Mediterranean e ex Campione del mondo di Boxe nella categoria pesi supermedi, Giovanni De Carolis, si racconta ai nostri microfoni restituendo il ritratto di uno sportivo dalla grande passione e umanità.
Come è nata in te la passione per il pugilato? Chi erano i tuoi esempi quando hai iniziato?
Ho iniziato per caso, dato che facevo un altro sport, il calcio. Ero esile e volevo irrobustirmi un po'. Così sono entrato in una palestra e, mentre ero in sala pesi, ho visto come ci si allena in una sala di pugilato: è stato un colpo di fulmine e da lì non ho più smesso. Quando sono venuto in questa palestra non avevo degli idoli in particolare a cui mi ispiravo, erano i miei Maestri i miei punti di riferimento e seguivo i loro insegnamenti. Ogni campione mi dava uno stimolo, fisicamente o tecnicamente, ma la mia guida sono sempre stati i miei Maestri.
Pur essendo uno sport in cui si fronteggia l’avversario da soli, dietro un grande pugile c’è il lavoro di un team di persone..
Si, assolutamente. Oggi siamo una squadra numerosa composta dai Maestri, il preparatore atletico, il nutrizionista, il fisioterapista e ognuno ha un suo ruolo. È impossibile trovare tante specializzazioni in un’unica persona, quindi è importante fare squadra e quando si è sul ring, pur essendo da soli, dietro c’è un lavoro molto importante di un’intera equipe. Sarebbe anche il caso di riuscire a portare questo a tutti i livelli, non solo a quelli più alti. Qui i Maestri si danno da fare e seguono da vicino ogni ragazzo nuovo che entra in palestra.  
Nel 2016 hai conquistato il titolo di Campione del mondo nella categoria pesi supermedi. Quanti sacrifici ci sono stati dietro questa vittoria?
In effetti la gente non immagina il sacrificio che c’è stato dietro la conquista del titolo. Sono innumerevoli le prove che una persona deve superare e oggi, poter dire ad un ragazzo che si avvia verso questa professione che veramente l’impegno paga sempre, dopo che ci sei passato tu, è qualcosa di bello ed è importante che loro lo capiscano.
Come ti fa sentire aver raggiunto il massimo traguardo nel tuo settore, di essere entrato a far parte della storia del pugilato? 
La cosa che mi fa stare meglio di tutti è l’aver raggiunto un obiettivo credendoci veramente fino in fondo, nonostante non fossi uno di quei ragazzi su cui si concentravano questo tipo di aspettative. Per me e la mia squadra è stato un doppio risultato, che mi fa sentire orgoglioso,  l’aver conquistato il titolo mondiale nel momento in cui cadeva il centenario della Federazione (ndr la Federazione Pugilistica Italiana).
Disputerai ad Aprile, in Inghilterra, il match per il titolo europeo dei Supermedi contro lo sfidante inglese Lerrone Richards. Come ti stai preparando a questo incontro? È un appuntamento molto atteso e, se vogliamo anche simbolico tornare sul ring, dopo questo anno complicato?
Si, è un anno e mezzo che sono lo sfidante ufficiale: ho cambiato cinque avversari durante il percorso. Mi sono sempre allenato, ma non avendo combattuto mi rendo conto come sia difficile per un atleta stare tanto tempo lontano dal campo di gara e farsi trovare al 100%. Sarà un’ulteriore sfida. L’inglese è un ottimo pugile, si allena molto bene e noi stiamo facendo altrettanto, lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Oltre ad essere meticolosi, i Maestri mettono tanta passione nel lavoro e la voglia che ho dentro ci fa essere ottimisti. Mancano poche settimane e i lavori procedono bene, come da programma. Il periodo è davvero difficile, ma non ricordo quando sia stato semplice a dir la verità.
La boxe, oltre al lavoro su sé stessi, prevede un grande studio dell'avversario. Come ti prepari solitamente per affrontare una competizione? Hai qualche rituale?
Non sono scaramantico. Le cose che faccio per prepararmi le eseguo da un punto di vista “scientifico”: studio l’avversario, le sue movenze, punti forti, punti deboli. Non ho dei rituali per stare più tranquillo, utilizzo dei metodi, come la corretta respirazione, allenarmi o affrontare mentalmente la situazione di stress, a prescindere dal tipo di combattimento. Sono estremamente attento ai dettagli, è proprio una mia passione, il cercare di migliorarsi sempre. A volte si sbaglia e a volte si fanno le cose fatte bene.
Il pugilato è uno sport che richiede grandi sacrifici, sia a livello di allenamento fisico, che di concentrazione mentale. Per un ragazzo che si accinge a fare questo sport, quali caratteristiche deve avere un pugile?
I ragazzi non devono avere una caratteristica precisa, deve essere bravo il maestro a riconoscere la strada che vorrà intraprendere. Io quando sono entrato in palestra ero timido, non parlavo molto. Ho conosciuto ragazzi più esuberanti, che avevano bisogno di essere calmati, quindi non c’è una caratteristica. Questo sport è bello e spesso viene scelto come metafora di vita perché, a prescindere da quello che sei, riesce a plasmarti, ad aiutarti a trovare la giusta strada. È un buon modo per conoscere sé stessi, le proprie paure e i propri limiti, a prescindere se si diventerà pugili professionisti o meno.
 
Oltre che atleta, sei anche allenatore della palestra Next di Monterosi. Che consigli dai ai giovani che si apprestano ad intraprendere questo sport?
Cerco di aiutarli perché mi rivedo in loro e se posso contribuire ad arricchire il loro percorso, la cosa mi fa stare bene. All’inizio, nel 2007, ho iniziato a lavorare in palestra, studiando come allenatore, perché mi sono reso conto che la boxe mi piaceva talmente tanto che ne avrei parlato sempre, nonostante gli allenamenti mi lasciassero poco tempo libero, sono riuscito a conciliarli con le lezioni. Questo mi ha permesso negli anni di crescere anche come pugile e nel 2008 ho aperto la mia prima palestra di pugilato. I miei maestri mi hanno ispirato e quello che sono oggi lo devo a Italo Mattioli e Luigi Ascani.
 
Hai un forte seguito sui Social (ndr oltre 60.000 follower IG) e sei protagonista della campagna social della Federazione Pugilistica Italiana #InFormaConLaBoxe. 
Ritieni utile l’utilizzo delle tecnologie per comunicare la passione per la boxe?
I Social Network oggi sono un’arma a doppio taglio: permettono da un lato di diffondere la passione per il pugilato, ma dall’altra parte sono negativi quando fanno vedere soltanto l’arrivo e i ragazzi percepiscono un messaggio non veritiero. In realtà, bisognerebbe raccontare tutto quello che c’è dietro, proprio per far rendere conto tutti del fatto che i sacrifici fanno parte del percorso e che poi ti portano al miglior risultato, non sempre alla vittoria, ma al raggiungimento di un obiettivo. I Social sono uno strumento importante, che però deve essere ben gestito. Io lo gestisco in prima persona, ci si può rivolgere ai professionisti, per affinare la tecnica o grafica, ma l’importante è il contenuto.
 
A tuo parere come è percepito in Italia questo sport e che consigli avresti per aumentarne la diffusione?
Le cose stanno migliorando. Proprio attraverso i Social, la Federazione e gli atleti si stanno facendo conoscere di più. Non stiamo procedendo ancora a pieno regime, perché ci vorrebbe un media più grande, come la tv e nuovi contenuti per avere un seguito sempre maggiore.
 
La presenza femminile in questo sport è aumentata? 
La situazione è cambiata, non è più uno sport solo per uomini. Le palestre sono piene di atlete e la Federazione Italiana ha ottenuto ottimi risultati con le atlete donne che sono ultra competitive a livello internazionale. Anche a livello amatoriale, tante ragazze si avvicinano a questo sport, fin da piccole. 
 
Il tuo percorso è molto legato a Roma e alla palestra della Montagnola. Sarebbe importante ricevere un riconoscimento dal Comune per incentivare il pugilato?
I riconoscimenti sono importanti per far conoscere alle persone alcune realtà, ma il riconoscimento più grande è vedere che i ragazzi siano contenti di trovare una loro strada attraverso lo sport e che si impegnino a diventare uomini, prima che campioni. Il Comune si potrebbe accorgere di questo dandogli ancora più spazio, che si traduce in più ragazzi che possano avere possibilità di costruire il proprio percorso.
 
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Il Music Designer Antonio Nasca alla guida di Media Hotel Radio

25/9/2018

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MHR, la radio di riferimento per Hotel, ristoranti, b&b e Spa si rifà il look  con una nuova immagine, una nuova linea editoriale, nuovi contenuti e servizi.
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Musicista, Music Designer, Direttore artistico di hotel a Roma e titolare de La Semicroma, Antonio Nasca è un musicista versatile con la passione per gli hotel, che è riuscito a fare di queste due propensioni un perfetto connubio.  Il neo Direttore artistico di Media Hotel Radio ci racconta come nasce questa nuova sfida:
“L’idea è nata dal Direttore di Hotel Pietro Mennella, fondatore della radio insieme a Deborah Garlando. Il mio contributo è stato quello di fornire una nuova linea editoriale, nell’ottica di ampliare il ventaglio di servizi offerti. Trattandosi di una web radio, l’idea è stata di creare, affianco alle rubriche, una piattaforma di servizi radiofonici, di comunicazione e intrattenimento on demand. Nascono così quattro prodotti: The Voice, la radio vera e propria, rivolta a tutti i professionisti del settore alberghiero e dell’ospitalità; Music from Hotel, la sezione dedicata allo studio della migliore musica per rafforzare l’identità del marchio di ciascun hotel; My Play, il servizio di compilation per hotel e Spa; infine, c’è l’area Party, la sezione riservata al puro intrattenimento dal vivo”.
Quando verrà “inaugurata” la nuova veste di Media Hotel Radio? “Il 9 ottobre sarà la prima uscita pubblica dopo il restyling grafico e di contenuti che si traduce nel nuovo sito e offerta di maggiori servizi. L’occasione è quella dell’Hospitality Day, un grande evento che riunisce al Palacongressi di Rimini il meglio del settore dell’ospitalità italiana”.

Media Hotel Radio rappresenta una sfida, un esperimento del tutto nuovo. A chi si rivolge? “Ai professionisti del settore alberghiero, che diventano ascoltatori affezionati, seguendo rubriche sui temi dell’hotellerie, l’intrattenimento, il travel e il benessere. Abbiamo scelto una linea editoriale ben precisa anche dal punto di vista delle scelte musicali.

La musica ha la capacità di parlare alle persone anche al di là della barriera linguistica e i vostri ascoltatori non saranno solo italiani. Su quali musiche hai pensato di puntare? “E’ una Radio web che può essere ascoltata in tutto il mondo, abbiamo deciso di puntare sull’esclusività, niente musica commerciale, ma molta musica lounge, chiillout, jazz, world music e classica; generi che identificano il target dei nostri ascoltatori”.
Qual è il valore aggiunto che darai alla Radio? “Insieme a Deborah Garlando e a tutto il team faremo di MHR una piattaforma di servizi 2.0, rivolti a chi opera nel settore alberghiero, del turismo e dell’ospitalità in genere..

Cosa prevede il nuovo palinsesto? “La programmazione copre tutte le 24 ore e contiene diverse rubriche. Abbiamo un GR dedicato alle news del settore dell’hotellerie. Realizziamo interviste ai protagonisti del settore: ogni settimana abbiamo un referente di Federalberghi ospite in Radio. Abbiamo la rubrica “Job Media Offers” dedicata  al lavoro nel settore turistico”.

Avete vinto il Premio come migliore Web Radio? “Il Premio è stato conferito nel 2015  ed ha rappresentato un valore aggiunto, la consapevolezza di avere a che fare con un’eccellenza, cosa che mi ha motivato ancor più ad entrare in questo team”.

Ci sarà uno spazio dedicato ai giovani talenti nella Radio? “Si, sia a nuovi talenti musicali che a nuovi gestori di hotel o strutture che si accingono ad entrare nel circuito turistico-alberghiero” nonché a tutte le giovani startup del mondo dell’ospitalità.

Una rubrica particolarmente innovativa? “Seven floor”, lo spazio che andrà in onda nel weekend dalle 18 alle 20  in cui avremo un vero e proprio dj set nell’orario dell’aperitivo, ogni locale potrà collegarsi alla nostra radio ed ascoltare in sottofondo il suo Dj set firmato MHR . O anche la rubrica Funny hotel, con curiosità, cose strane che succedono negli hotel”.


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