Nella calda e accogliente atmosfera del Teatro Mongiovino, il coloratissimo spazio dedicato all’arte della rappresentazione nel cuore del quartiere Garbatella, si è tenuto lo spettacolo-concerto che ha visto protagonista il cantautore indie Emanuele Colandrea.
Si tratta della terza tappa di “Non è mica… la ribalta!”, rassegna ideata e organizzata in collaborazione con l’etichetta Non è mica Dischi con l’obiettivo di far incontrare il teatro, la sperimentazione e la canzone d’autore. L’incontro con “cantautori a teatro” ha l’obiettivo di portare la musica in teatro per far diventare i giovani cantautori interpreti di un nuovo linguaggio, fatto di musica e parole, intervallate da narrazioni. Caratteristica di apertura di ogni canzone, è stata proprio l’introduzione del reading a cura di Lucio Leoni che, di spalle al pubblico, lasciava immaginare i volti dei protagonisti di ogni canzone: l’uomo senza memoria, la donna dipendente dalla chirurgia estetica, l’uomo in carcere, i riferimenti al problema dell’immigrazione ecc. Tutti protagonisti apparsi sulla scena attraverso le letture e le canzoni che ne narravano le originali storie. Una ricerca artistica, quella di Colandrea, condotta sul filo della fantasia e condita di quel sano romanticismo che spesso manca nella società di oggi. Teatro pieno e pubblico caloroso per questa iniziativa nata in collaborazione con l’VIII Municipio che ha visto protagonista il cantautore romano Emanuele Colandrea, il quale ha dato vita ad un racconto intimista, accompagnato da pochi elementi, la sua chitarra, le percussioni e la delicatezza del suono del violino.
0 Commenti
La scena è capovolta. Una folta platea di spettatori si trova di fronte all'anfiteatro deserto in attesa trepidante che arrivino gli attori ad occupare la scena sui gradoni, che solitamente ospitano il pubblico. Una scenografia perfettamente in linea con il contesto in cui è inserito lo spettacolo: tutto intorno lo spettatore è circondato dal Parco Archeologico di Ostia Antica. Un'idea originale del regista Leonardo Ferrari Carissimi, che ha anche curato la traduzione e l'adattamento di un classico della letteratura latina: MILES GLORIOUS di Plauto.
La storia è tutta incentrata sulla figura di Agusto Romano, incoronato console d’Abissinia. Il personaggio è interpretato con veemenza da Matteo Cirillo. Il console è stato spedito in Africa dopo un periodo infruttuoso e fallimentare come “regista” presso L’istituto Duce di Roma. Una sottile e poco celata ironia intorno al personaggio principale serpeggia già dalle prime battute. Augusto è convinto di trovarsi in Abissinia per girare un documentario sull’efficienza dell’imperialismo fascista in Africa del Nord. Ad accompagnarlo in questa disavventura c’è l’operatore Serafino, un ebreo francese in fuga, che si prende gioco con estremo cinismo del suo padrone indifeso. Ed è proprio Serafino a suggerire il titolo Fascismo Mon Amour per il documentario. Altra figura centrale è quella di Filomena che, per ragioni politiche, è costretta a ricoprire il ruolo dell’amante di Augusto. L’amore però la lega a Livio Bettarini, un aviatore emiliano, fascista per sciagura d’anagrafe, che prova una comica e spropositata ammirazione per gli Stati Uniti d’America. Filomena è segregata nella tenda del console Augusto e vive la sua vita in una sorta di isolamento coatto. A vegliare sulla sua esistenza da reclusa c’è Rocco, un soldato partenopeo ottuso e ostinato. Accanto però c’è un’altra tenda. È quella di Amir, una locanda coloniale frequentata unicamente da soldati fascisti. Amir, convinto dal denaro di Livio, trova un modo per mettere in collegamento le due tende in modo da permettere ai due fidanzati di incontrarsi di nascosto.La commedia ha inizio con Rocco che scopre Livio e Filomena in effusioni amorose.Lo svolgimento segue il dictat della commedia degli equivoci al tempo stesso amena e brillante come il miglior teatro romano, una commedia che dietro le sue vicenduole tiene nascosta, nemmeno troppo bene, una critica violenta nei confronti dell’impero in disfacimento. Ruolo fondamentale quello interpretato dalla bravissima Anna Favella, l'unico personaggio davvero libero e indipendente, che viene definita "femminista", ma in realtà sorveglia dall'alto e segue con occhio vigile tutte le vicende per realizzare il suo progetto. Tra gli attori Davide Antenucci, Susanna Laurenti, Benedetta Russo, Enrico Torzillo, Riccardo Viola, Pietro Maria Virdis e gli allievi della Scuola di Recitazione del Teatro dell’Orologio. |
CoMUNICATI e ARTICOLI di ELENA
|