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Il libro “Scerbanenco a Milano. Il padre nel noir italiano” (Paesi Edizioni) è stato presentato in anteprima nazionale il 9 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino presso la Sala Granata. Sono intervenuti alla presentazione insieme all’autore Alessandro Trocino, Gianni Armand-Pilon, vicedirettore La Stampa, Enrico Pandiani, giallista, Meo Ponte, giornalista e scrittore e ha moderato l'incontro Camilla Nata, giornalista Tgr Piemonte.
Il libro di Alessandro Trocino, giornalista di politica e cultura del Corriere della Sera, dal titolo “Scerbanenco a Milano. Il padre nel noir italiano” (Paesi Edizioni) compie un viaggio attraverso la vita e le opere dello scrittore e giornalista Giorgio Scerbanenco, mantenendo come focus principale la città di Milano. Omaggio alla figura dell’uomo e dello scrittore, che ha raccontato un’epoca e dato vita a un genere letterario, ambientando i suoi racconti in una Milano inedita. Il proposito è stato proprio quello di raccontare Scerbanenco, uomo ed intellettuale, nel contesto storico di una città, la Milano degli anni ‘70, che cominciava a essere investita da una potente ondata criminosa. Il racconto ragionato di un grande protagonista del ‘900, maestro indiscusso dei giallisti italiani, dalla prospettiva odierna. Il libro risponde a tante domande che ha fatto scaturire il suo personaggio, caduto nell’anonimato per una decina di anni e riscoperto poi, grazie al lavoro di scrittori quali Carlo Lucarelli, Piero Colaprico, Luca Crovi e Gianni Canova. Cosa è rimasto di lui? Quali elementi di discussione ci ha lasciato in eredità? Come è cambiata la Milano che rappresentava nei suoi libri? Definito come il “padre del noir italiano” e capostipite di una nutrita schiera di giallisti che a lui si sono ispirati, lo scrittore si è esercitato anche in altri generi, dalla fantascienza al western, allo spionaggio, oltre a essere l’autore di una lunga serie di romanzi “rosa”. Nel libro ci si concentra sulla quadrilogia che ha come protagonista Duca Lamberti, il personaggio letterario creato da Giorgio Scerbanenco, tra il ’66 e il ’69, e che lo portò all’apice del successo. Un medico radiato dall’albo che diventa investigatore accanto alla Polizia. Negli anni ‘70, la sua figura di scrittore fu parzialmente dimenticata, perché la violenza delle sue storie, il linguaggio e l’approccio non erano più in sintonia con il clima politico e morale dell’epoca. Resta certo che mai, prima di Scerbanenco, si erano raccontate così bene le avvisaglie di una Milano da bere, edonistica, soffocata dalla droga e dalla spirale di una violenza che da lì a poco sarebbe esplosa negli anni di piombo. L’altra faccia del boom economico. Scerbanenco ha saputo raccontare una società tradizionale in via di disfacimento, ma ha prefigurato anche quello che sarebbe diventata, creando nei suoi romanzi la figura di un antieroe modernissimo. Trocino segue le tracce della sua vita e della sua opera, analizzando capolavori senza tempo che al loro attivo hanno anche «l’invenzione» di Milano. Il 22 Maggio, Milano ospiterà la presentazione alla libreria Verso, dalle 19.00. Ospiti: Alberto Scerbanenko, figlio dello scrittore, Piero Colaprico, giornalista e scrittore, e Gianni Canova, critico e rettore dell’università Iulm. Il 28 Maggio, il libro verrà presentato a Roma, alle ore 18.30, alla Libreria AltroQuando.
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